Post by VilcoA Reggio sono piu' chiari perche', IMHO, non ci va la ricotta. Ho chiesto un
po' a rezdore varie di famiglia, e a loro delle loro ave, e perfino a
qualche ristoratore: nessuno che ci metta ricotta, se resto nel comune di
Reggio. Secondo me la ricotta, nel reggiano, c'e' arrivata da ovest e mi
piacerebbe sapere quanto tempo fa. So che piu' vado verso Parma, vedi
Cavriago e Montecchio, la ricotta si fa sempre piu' presente, mentre se
torno verso Reggio comincia a latitare. Poi bassa e montagna sono due storie
diverse, e cio' aiuta non poco a confondere ancor piu' le acque....
Appena posso mi infilo in una biblioteca e scavo tra i vecchi luminari della
cucina reggiana per vedere se trovo info che supportino questa teoria,
chissa'... Magari e' vera, magari no e la ricotta e' tradizionale anche qua.
Se può interessare sto leggendo proprio in questi giorni un libro
pubblicato da Slow Food, "Ricette di sua maestà il raviolo", che tratta
delle ricette di (quasi) tutta Italia delle cosiddette paste ripiene
(comprese diverse ricette storiche) ed in particolare delle differenze e
delle similitudini che si possono trovare tra agnolotti, anolini,
ravioli, tortelli, tortellini, cappelletti, pansotti, casonsei e così via.
Cita il fatto che in alcuni casi questi nomi potevano anticamente
definire sia paste senza (specie i ravioli) sia con sfoglia, e parla
anche dei vari ripieni tipici delle varie zone. Per gli ingredienti dei
ripieni parla di una "componente fissa" e di una "componente" variabile
che dipende dalle caratteristiche peculiari della zona in cui le paste
vengono fatte. In particolare per l'Emilia Romagna distingue due zone,
quella di influenza "romanica" da Bologna verso il mare, e quella di
influenza "longobardica", da Bologna verso Piacenza. Nella zona
longobardica secondo quanto dice, sarebbero più tipici i ripieni con
salumi e carni di maiale o manzo, nella romanica ripieni con formaggi,
ricotta e erbe e verdure.
C'è una piccola sezione di ricette "d'autore" e altre di alcuni rinomati
ristoranti italiani, anche rivisitazioni.
In fondo c'è una sezione sulle varie tipologie di chiusura e formatura
della sfoglia. E alla fine un'altra cosa che può interessare, un tre
pagine di bibliografia, che riporta sia testi antichi sulle ricette
storiche sia testi più recenti sulle cucine regionali.
Non posso giudicare sull'assoluta attendibilità del libro, visto che per
esempio non mi pare citi (anche se non l'ho letto ancora tutto) di quei
tortelli con le erbe di cui parlano i parmensi-reggiani, anche se in
effetti quell'indicazione "più tipici" non vuol poi in effetti dire che
si fanno solo quelli.
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Lisa